Corsi Formativi e di appoggio allo Studio
Che lo si voglia chiamare sostegno scolastico, o con più familiarità solo doposcuola, è poco importante. Fondamentale è invece l’aiuto alla persona che può derivare da queste lezioni supplementari e di rinforzo per quanti vogliono e possono usufruire del servizio che l’Associazione mette a disposizione dei detenuti da circa un lustro.
Il progetto nasce prima di tutto dalla fattiva collaborazione tra gli insegnanti della scuola istituzionale nel carcere e i volontari che, anche grazie al contatto con altri colleghi esterni e con il permesso di direzione e magistrati, organizzano in un percorso pomeridiano un pacchetto di incontri di varie materie di studio; un doposcuola che può essere visto sia come una sorta di stampella per chi ha evidenti lacune scolastiche, ma anche occasione di studio o di approfondimento per chi con banchi e lavagne magari ha pensato di avere chiuso definitivamente.
Ma se, in qualche maniera, nella vita di una persona “libera” gli stimoli sono ogni giorno più presenti e pressanti, per un detenuto che abbia anche voglia di imparare, il filtro della struttura carceraria intorpidisce qualsiasi stimolo e, con connessioni cerebrali più lente con il passare degli anni, le difficoltà diventano insormontabili, in genere per tutte le materie di studio, ma soprattutto per le lingue straniere.
Il docente, sia nella scuola istituzionale che nei corsi di sostegno, non è il confessore ma è sempre e comunque un compagno di strada, una sorta di gregario che sulla salita aspetta, sta davanti, tiene la persona in scia cercando di portarlo a scollinare. La cultura spiana sempre la strada, anche se i saliscendi si moltiplicano, diventano interminabili.
I docenti hanno la possibilità di scuotere continuamente i detenuti studenti da quel limbo nel quale si rifugiano, un po’ mondo fantastico, privi di alcuna responsabilità, un po’ circolo vizioso, padroni delle ore e delle loro giornate, ma abituati a dipendere in tutto dagli altri.
Chi inizia un percorso di studio parte con entusiasmo salvo poi impattare con tempi, consegne, impegno e regole da rispettare, un processo di per sé educativo ma faticoso, che nessuno si aspetta; se a questo si aggiungono le “normali” difficoltà legate alla gestione interna del penitenziario, anche i migliori propositi sono messi a dura prova e la selezione naturale fa il suo corso.